136. Delle bellezze e bruttezze.
Le bellezze con le bruttezze paiono piú potenti l'una per l'altra.
137. Delle bellezze.
Le bellezze de' volti possono essere in diverse persone di pari bontà, ma non mai simili in figura, anzi saranno di tante varietà quant'è il numero a cui quelle sono congiunte.
138. De' giudicatori di varie bellezze in varî corpi, e di pari eccellenza.
Ancoraché in varî corpi siano varie bellezze e di grazia eguali, i varî giudici di pari intelligenza le giudicheranno di gran varietà infra loro esservi tra l'una e l'altra delle loro elezioni.
139. Come si debbono figurare i putti.
I putti piccoli si debbono figurare con atti pronti e storti quando seggono, e nello star ritti con atti timidi e paurosi.
140. Come si debbono figurare i vecchi.
I vecchi debbono esser fatti con pigri e lenti movimenti, e le gambe piegate nelle ginocchia quando stanno fermi, e i piedi pari e distanti l'un dall'altro; sieno declinati in basso, la testa innanzi chinata e le braccia non troppo distese.
141. Come si debbono figurare le donne.
Le donne si debbono figurare con atti vergognosi, le gambe insieme strette, le braccia raccolte insieme, teste basse e piegate in traverso.
142. Come si debbono figurare le vecchie.
Le vecchie si debbono figurare ardite e pronte, con rabbiosi movimenti, a guisa di furie infernali, ed i movimenti debbono parere piú pronti nelle braccia e teste che nelle gambe.
143. Come si deve figurare una notte.
Quella cosa che è priva interamente di luce è tutta tenebre: essendo la notte in simile condizione, se tu vi vorrai figurare un'istoria, farai che, essendovi un gran fuoco, quella cosa che è piú propinqua a detto fuoco piú si tinga nel suo colore, perché quella che è piú vicina all'obietto, piú partecipa della sua natura; e facendo il fuoco pendere in color rosso, farai tutte le cose illuminate da quello anch'esse rosseggiare, e quelle che son piú lontane da detto fuoco, piú sieno tinte del color nero della notte.
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