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      221. Della chiarezza de' paesi.
     
      Mai i colori e vivacità e chiarezza de' paesi dipinti avranno conformità con i paesi naturali illuminati dal sole, se essi paesi dipinti non saranno illuminati da esso sole.
     
     
      222. Prospettiva comune, e della diminuzione de' colori in lunga distanza.
     
     
     
      L'aria è tanto meno partecipante del colore azzurro, quanto essa è piú vicina all'orizzonte, e tanto piú oscura, quanto essa dall'orizzonte è piú remota. Questo si prova per la terza del nono, che mostra che quel corpo sarà manco illuminato dal sole il quale sarà di qualità piú rara. Adunque il fuoco, elemento che veste l'aria, per esser esso piú raro e piú sottile che l'aria, manco ci occupa le tenebre, che son sopra di lui, che non fa essa aria: e per conseguenza l'aria, corpo men raro che il fuoco, piú s'illumina dai raggi solari che la penetrano, illuminando la infinità degli atomi, che per essa s'infondono, e si rende chiara ai nostri occhi; onde, penetrando per essa aria le specie delle sopradette tenebre, di necessità fa che essa bianchezza d'aria ci pare azzurra, com'è provato nella terza del decimo; e tanto ci parrà di azzurro piú chiaro, quanto fra esse tenebre e gli occhi nostri s'interporrà maggior grossezza d'aria. Come se l'occhio di chi la considera fosse in p e riguardasse sopra di sé la grossezza dell'aria pr, poi, declinando alquanto, l'occhio vedesse l'aria per la linea ps, la quale gli parrà piú chiara, per esser maggior grossezza d'aria per la linea ps che per la linea pr; e se tal occhio s'inclina all'orizzonte, vedrà l'aria quasi al tutto privata d'azzurro; la qual cosa seguita, perché la linea del vedere penetra molto maggior somma d'aria per la rettitudine pd che per l'obliqua ps.


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Trattato della Pittura
di Leonardo da Vinci
pagine 416