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      Infra i corpi di egual bianchezza e distanza dall'occhio, quello si dimostrerà piú candido, che è circondato da maggiore oscurità: e per contrario quell'oscurità si dimostrerà piú tenebrosa, che sarà veduta in piú candida bianchezza.
     
     
      254. De' colori.
     
      De' colori di egual perfezione, quello si dimostrerà di maggior eccellenza che sarà veduto in compagnia del color retto contrario. Retto contrario è il pallido col rosso e il nero col bianco, benché né l'uno né l'altro sia colore; azzurro e giallo come oro, verde e rosso. Ogni colore si conosce meglio nel suo contrario che nel suo simile, come l'oscuro nel chiaro e il chiaro nell'oscuro. Il bianco che termina con l'oscuro fa che in essi termini l'oscuro pare piú nero ed il bianco pare piú candido.
      Quella cosa che sarà veduta in aria oscura e torbida essendo bianca parrà di maggior forma che non è. Questo accade perché, come ho detto di sopra, la cosa chiara cresce nel campo oscuro, per le ragioni dianzi assegnate.
      Il mezzo che è fra l'occhio e la cosa vista trasmuta essa cosa nel suo colore, come: l'aria azzurra farà che le montagne lontane saranno azzurre; il vetro rosso fa che ciò che l'occhio vede dopo di esso pare rosso; il lume che fanno le stelle intorno ad esse è occupato per la tenebrosità della notte, che si trova infra l'occhio e l'illuminazione d'esse stelle.
     
     
      255. Del vero colore.
     
      Il vero colore di qualunque corpo si dimostrerà in quella parte che non sarà occupata da alcuna qualità d'ombra, né da lustro, se sarà un corpo pulito.


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Trattato della Pittura
di Leonardo da Vinci
pagine 416