307. Della ponderazione dell'uomo sopra i suoi piedi.
Sempre il peso dell'uomo che posa sopra una sola gamba sarà diviso con egual parte opposita sopra il centro della gravità ch'e' sostiene.
308. Dell'uomo che si muove.
L'uomo che si muove avrà il centro della sua gravità sopra il centro della gamba che posa in terra.
309. Della bilicazione del peso di qualunque animale immobile sopra le sue gambe.
La privazione del moto di qualunque animale, il quale posa sopra i suoi piedi, nasce dalla privazione dell'inegualità che hanno infra loro gli oppositi pesi che si sostengono sopra i loro piedi.
310. De' piegamenti e voltamenti dell'uomo.
Tanto diminuisce l'uomo nel piegamento dell'uno de' suoi lati, quanto egli cresce nell'altro suo lato opposito, e tal piegatura sarà all'ultimo subdupla alla parte che si stende. E di questo si farà particolare trattato.
311. De' piegamenti.
Tanto quanto l'uno de' lati de' membri piegabili si farà, piú lungo, tanto la sua parte opposita sarà diminuita. La linea centrale estrinseca de' lati che non si piegano, de' membri piegabili, mai diminuisce o cresce di sua lunghezza.
312. Della equiponderanza.
Sempre la figura che sostiene peso fuor di sé e della linea centrale della sua quantità, deve gittar tanto peso naturale od accidentale dall'opposita parte, che faccia equiponderanza de' pesi intorno alla linea centrale che si parte dal centro della parte del piè che si posa, e passa per tutta la soma del peso sopra essa parte de' piedi in terra posata. Vedesi naturalmente uno che piglia un peso dall'uno de' bracci gittar fuori di sé il braccio opposito; e se quello non basta a far l'equiponderanza, vi porge tanto di peso di se medesimo piegandosi, che si fa sufficiente a resistere all'applicato peso.
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