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      L'occhio non avrà mai per la prospettiva lineare, senza suo moto, cognizione della distanza che è fra l'obietto che s'interponga infra esso occhio ed un'altra cosa, se non mediante la prospettiva de' colori.
     
     
      506. L'occhio posto in alto che vede degli obietti bassi.
     
     
     
      Quando l'occhio posto in alto sito vedrà le alte cime de' monti insieme colle loro basi, allora i colori delle cime de' monti parranno piú distanti che i colori delle loro basi. Provasi per la quarta di questo, che dice: infra i colori di eguale natura il piú remoto si tinge piú del colore del mezzo interposto infra esso e l'occhio che lo vede. Seguita, che, essendo le basi de' monti vedute per piú grossa aria che le loro cime, esse basi parranno piú remote dall'occhio che esse cime, le quali sono vedute dal medesimo occhio per l'aria piú sottile. Sia dunque l'occhio posto nell'altezza a, il quale vede la sommità del monte b dopo la interposizione dell'aria ab, e vede la base d del medesimo monte dopo l'aria ad, spazio piú breve che l'ab ; per essere essa aria ad piú grossa che l'aria ab, la base del monte, com'è detto, parrà piú distante che la sua cima.
     
     
      507. L'occhio posto in basso che vede degli obietti bassi ed alti.
     
      Ma quando l'occhio posto in basso sito vedrà le basi de' monti e le loro cime, allora i colori di esso monte saranno assai men noti che quelli degli antecedenti; e questo accade perché tale cima e base di monte è veduta di tanta maggiore grossezza che le anzidette, quanto l'occhio che la vede è
     
      situato in piú basso luogo.


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Trattato della Pittura
di Leonardo da Vinci
pagine 416