Il quale occhio sia n, e la cima e la base del monte siano o c. Adunque, essendo la linea visuale cn nella seconda figura piú bassa che la visuale della prima figura da, egli è necessario che il colore della base della seconda dimostrazione sia piú variato dal suo naturale colore che quello della base della prima dimostrazione ed il medesimo s'intende aver detto delle cime de' monti.
508. Perché si dà il concorso di tutte le specie che vengono all'occhio ad un sol punto.
Delle cose di egual grandezza in varie distanze situate, la piú remota sarà veduta sotto minore angolo; bd è eguale al ce, ma ce viene all'occhio per tanto minore angolo che bd, quanto esso è piú remoto dal punto a, come mostra l'angolo cae al rispetto dell'angolo bad.
509. Delle cose specchiate nell'acqua.
Delle cose specchiate nell'acqua quella sarà piú simile in colore alla cosa specchiata, la quale si specchia in acqua piú chiara.
510. Delle cose specchiate in acqua torbida.
Sempre le cose specchiate in acqua torbida partecipano del colore di quella cosa che intorbida tale acqua.
511. Delle cose specchiate in acqua corrente.
Delle cose specchiate in acqua corrente, il simulacro di quella cosa si dimostrerà tanto piú lungo e di confusi termini, il quale s'imprimerà in acqua di piú veloce corso.
512. Della natura del mezzo interposto infra l'occhio e l'obietto.
Il mezzo interposto infra l'occhio e l'obietto è di due quantità: cioè o esso ha superficie come l'acqua e il cristallo, od altra cosa trasparente, od esso è senza superficie comune, com'è l'aria che si appoggia alla superficie de' corpi che dentro ad essa s'inchiudono, la quale aria non ha in sé superficie continua se non nel termine inferiore e superiore.
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