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      639. Delle qualità di ombre e di lumi.
     
      Molto maggiore sarà la differenza de' lumi dalle loro ombre ne' corpi posti ai potenti lumi, che in quelli che sono posti ne' luoghi oscuri.
     
     
      640. Delle ombre e lumi, e colori.
     
      Quella parte del corpo ombroso si mostrerà piú luminosa, che da piú potente lume sarà illuminata.
      Tanto sarà maggiore in sé la quantità delle ombre ne' corpi ombrosi che la sua quantità illuminata, quanto è maggiore la quantità della oscurità da lui veduta che quella dello splendore che lo illumina.
     
     
      641. De' lumi ed ombre, e colori di quelli.
     
      Nessun corpo si dimostrerà mai integralmente del suo natural colore. Quello che si propone può accadere per due diverse cause, delle quali la prima accade per interposizione del mezzo che s'include infra l'obietto e l'occhio; la seconda è quando le cose che illuminano il predetto corpo non ritengano in sé qualità di alcun colore.
      Quella parte del corpo si dimostrerebbe del suo natural colore, la quale fosse illuminata da luminoso senza colore, e che in tale illuminamento non vegga altro obietto che il predetto lume: questo non accade mai potersi vedere se non nel colore turchino posto per piano inverso il cielo sopra un altissimo monte, acciocché in tal luogo non possa vedere altro obietto, e che il sole sia occupato, nel morire, da bassi nuvoli, e che il panno sia del colore dell'aria. Ma in questo caso io mi ridico, perché il rosato anch'esso cresce di bellezza, quando il sole che l'illumina nell'occidente rosseggia insieme co' nuvoli che gli s'interpongono; benché in questo caso si potrebbe ancora accettare per vero, perché se il rosato illuminato dal lume rosseggiante mostra piú che altrove bellezza, gli è segno che i lumi di altri colori anche rossi gli toglieranno la sua bellezza naturale.


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Trattato della Pittura
di Leonardo da Vinci
pagine 416