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      667. Delle ombre, ed in quali corpi non possono essere di gran potenza di oscurità, e cosí i lumi.
     
      Dove non si generano ombre di grande oscurità, non si possono neppur generare lumi di gran chiarezza. E questo accade negli alberi di rare e strette foglie, come salici, scope, ginepri e simili, ed ancora ne' panni trasparenti, come sono zendadi, veli e simili, e cosí i capelli crespi e sparsi; e questo accade perché tutta la somma di ciascuna di predette specie non compone lustri nelle sue particole, e se vi sono, sono insensibili, e le loro specie poco si rimuovono dal luogo dove si generano; ed il simile fanno le parti ombrose di tali particole, e tutta la somma non genera ombra oscura, perché l'aria le penetra ed illumina, cosí le parti vicine al mezzo, come quelle di fuori; e se vi è varietà, essa è quasi insensibile, e cosí le parti illuminate di essa somma non possono essere di troppa differenza dalle parti ombrose, perché penetrando, com'è detto, l'aria luminosa per tutte le particole, le parti illuminate sono tanto vicine alle particole adombrate, che le loro specie mandate all'occhio fanno un misto confuso, composto di minimi chiari e scuri, in modo che non si discerne in tal misto altro che confusione a uso di nebbia. Il simile accade ne' veli, tele ragnate, e simili.
     
     
      668. Del lume particolare del sole o di altro corpo luminoso.
     
      Quella parte del corpo illuminato sarà di piú intensa chiarezza, la quale sarà percossa dal raggio luminoso infra angoli piú simili; e la meno illuminata sarà quella che si troverà infra angoli piú disformi di essi raggi luminosi.


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Trattato della Pittura
di Leonardo da Vinci
pagine 416