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      Provasi, e sia l'uomo bc, il quale, avendo il lume dall'a, fa la sua ombra bcf; dipoi l'uomo si muove da c in e, e il lume, che resta fermo, varia l'ombra di figura e di grandezza, la quale è la seconda ombra deg.
     
     
      709. Delle varietà che fa il lume immobile delle ombre che si generano ne' corpi, che in sé medesimi si piegano, o abbassano, o alzano senza mutazione de' loro piedi.
     
     
     
      Provasi, e sia il lume immobile f e l'uomo immobile di piante sia ab, il quale s'inchina in cb; dico l'ombra variarsi in infinito da a a c per essere il moto fatto in ispazio, e lo spazio è quantità continua, e per conseguente divisibile in infinito; adunque le ombre son variate in infinito, cioè dalla prima ombra aob all'ombra seconda bcr; e cosí si è concluso il proposito nostro.
     
     
      710. Qual corpo è quello che accostandosi al lume cresce la sua parte ombrosa.
     
      Quando il corpo luminoso sarà minore del corpo da esso illuminato, tanto crescerà l'ombra al corpo illuminato, quanto e' si farà piú vicino al corpo luminoso. a sia il corpo luminoso minore dell'ombroso rsgl, il quale illumina tutta la parte rsg inclusa dentro a' suoi raggi luminosi an ed a
     
      m; onde la parte ombrosa, per necessità di tali raggi, resta tutto rlg ombroso. Dipoi io avvicino al medesimo luminoso esso corpo ombroso, e sarà dpeo, il quale sarà rinchiuso dentro alla rettitudine de' raggi luminosi ab ed ac, e sarà tocco da essi raggi nel punto d e nel punto e, e la linea de divide la parte ombrosa dalla sua luminosa dpe dal doe, la qual parte ombrosa per necessità è maggiore che l'ombrosa del corpo piú remoto rlg; e tutto nasce dai raggi luminosi che, per esser retti, si separano tanto piú remoti dal mezzo di tal corpo ombroso, quanto esso corpo sarà piú vicino al luminoso.


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Trattato della Pittura
di Leonardo da Vinci
pagine 416