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      735. De' colmi de' lumi che si voltano e trasmutano, secondo che si trasmuta l'occhio veditore di esso corpo.
     
      Poniamo che il detto corpo sia questo tondo qui in margine figurato, e che il lume sia il punto a, e che la parte del corpo illuminata sia bc, e che l'occhio sia nel punto d; dico che il lustro, perché è tutto per tutto, e tutto nella parte, stando nel punto d, parrà nel punto c, e tanto quanto l'occhio si trasmuterà da d ad a, tanto il lustro si trasmuterà da c ad n.
     
     
      736. Modo come devono terminare le ombre fatte dagli obietti.
     
     
     
      Se l'obietto sarà questa montagna qui figurata, ed il lume fosse il punto a, dico che da b a d e similmente da c ad f non sarà lume se non per raggi riflessi; e questo nasce che i raggi luminosi non si adoprano se non per linea retta, e quel medesimo fanno i secondi raggi che sono riflessi.
     
     
      737. Qual parte dello sferico meno si illumina.
     
     
     
      Quella parte del corpo ombroso sarà manco illuminata, che da minor parte del corpo luminoso sarà veduta. Provasi, e sia il corpo ombroso asqr, e il luminoso sia il suo emisfero ncef; dico che la parte a e la parte o, per essere esse vedute da eguali archi aced e cedf, sono vedute da eguali quantità di lume, e sono per questo egualmente da essi illuminate. Ma r, veduto dal minore arco odf, riceve men lume; ed il p, che sol vede df, minore che edf, per questo resta meno luminoso, ed ancor meno luminoso rimane q, che sol vede l'estremo dell'orizzonte f.
     
     
      738. Qual parte dello sferico piú si illumina.
     
     
     
      E quella parte che degli sferici si illumina sarà di piú intensa chiarezza, che con minor somma di specie ombrose si accompagna.


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Trattato della Pittura
di Leonardo da Vinci
pagine 416