Adunque il punto c, che vede minor somma di tale emisfero e maggior somma della terra, sarà piú oscurato che alcun'altra parte dell'ombra, cioè non vede se non rd e se dell'emisfero, e vede tutta la terra de; e la piú chiara sarà ab, perché non vede se non gli estremi della terra de.
Tanto sarà minore quella parte che di qualunque sferico si illumina, quanto sarà minore la parte del luminoso che la vede. Provasi: ah sia il corpo ombroso, cie sia il nostro emisfero; seguita che a, parte del corpo ombroso, sarà meno illuminata per esser veduta da minor parte del corpo luminoso, cioè da men parte del giorno di esso nostro emisfero, come ci mostrano le due parti bc e de.
Adunque quella parte dello sferico che si illumina sarà di maggior figura che da maggior somma del luminoso sarà illuminata. Provasi per il converso dell'antecedente: se il minimo lume bc, de del nostro emisfero illumina una minima parte dello sferico ah, il massimo lume di esso emisfero illuminerà la parte massima di tal corpo sferico, cioè se bc, df della figura seguente illumina solo la parte nmr, il rimanente dell'emisfero, giunto con esso la sua parte bc, df, illuminerà il rimanente del predetto sferico. Perché, ancoraché bc, df illumini nmr, esso illumina ancora la parte kn dal lato sferico, e l'altra lr dalla parte opposita.
Dice qui l'avversario che non vuole tanta scienza, che gli basta la pratica del ritrarre le cose naturali; al quale si risponde che nessuna cosa è che piú c'inganni che fidarsi del nostro giudizio senz'altra ragione, come prova sempre l'esperienza, nemica degli alchimisti, negromanti ed altri semplici ingegni.
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