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      Se tu saprai ragionare e scrivere la dimostrazione delle forme, il pittore le farà che parranno animate con ombre e lumi componitori dell'aria de' volti, della quale tu non puoi aggiungere con la penna, dove si aggiunge col pennello.
     
     
      775. Dell'occhio che sta al chiaro e vede il luogo oscuro.
     
      Nello scuro nessun colore secondo è della medesima chiarezza che il primo, ancoraché in sé sieno simili. Provasi per la quarta di questo dove dice: la superficie di quel corpo si tingerà piú del mezzo trasparente interposto infra l'occhio ed esso corpo, del quale mezzo interposto sarà di maggiore grossezza. Adunque riman concluso che il colore secondo, posto in mezzo di trasparente oscuro, avrà piú oscurità interposta infra sé e l'occhio, che il color primo, il quale si trova piú vicino al medesimo occhio; e tal proporzione sarà da oscurità a oscurità di essi colori, qual sarà da quantità a quantità del mezzo oscuro che di sé li tinge.
     
     
      776. Dell'occhio che vede le cose in luogo chiaro.
     
      Nell'aria illuminata nessun colore secondo sarà oscuro come il medesimo colore ch'è piú vicino. Provasi per l'antecedente, perché piú grossezza della chiarezza dell'aria resta interposta infra l'occhio e il secondo colore, che infra l'occhio e il color primo; e per conseguenza la proporzione delle varietà di tali colori sarà simile alle proporzioni di esse quantità di arie interposte infra l'occhio e i detti colori.
     
     
      777. Delle ombre e lumi delle città.
     
     
     
      Quando il sole è all'oriente, e l'occhio sta sopra il mezzo di una città, esso occhio vedrà la parte meridionale di essa città aver i tetti mezzo ombrosi e mezzo luminosi, e cosí la settentrionale; la orientale sarà tutta ombrosa, e la occidentale sarà tutta luminosa.


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Trattato della Pittura
di Leonardo da Vinci
pagine 416