876. Delle piante che sono infra l'occhio e il lume.
Delle piante che sono infra l'occhio e il lume, la parte dinanzi sarà chiara, la qual chiarezza sarà mista di ramificazioni di foglie trasparenti per essere vedute da rovescio, con foglie lustre vedute dal diritto, ed il loro campo di sotto e di retro sarà di verdura oscura per essere ombrata dalla parte dinanzi della detta pianta; e questo accade nelle piante piú alte dell'occhio.
877. Del colore accidentale degli alberi.
I colori accidentali delle fronde degli alberi sono quattro, cioè ombra, lume, lustro e trasparenza.
878. Della dimostrazione degli accidenti.
Delle parti accidentali delle foglie delle piante in lunga distanza si farà un misto, il quale parteciperà piú di quell'accidente che sarà di maggior figura.
879. Quali termini dimostrino le piante remote dall'aria che si fa lor campo.
I termini che hanno le ramificazioni degli alberi coll'aria illuminata, quanto piú sono remoti, piú si fanno in figura traente allo sferico, e quanto piú sono vicini, meno dimostrano di tale sfericità, come a albero primo, che per essere vicino all'occhio, dimostra la vera figura della sua ramificazione, la quale si diminuisce quasi in b, ed al tutto si perde in c, dove non che i rami di essa pianta si vedono, ma tutta la pianta con gran fatica si conosce.
Ogni corpo ombroso, il quale sia di qualunque figura si voglia, in lunga distanza pare essere sferico; e questo nasce perché, s'egli è un corpo quadrato, in brevissima distanza si perdono gli angoli suoi, e poco piú oltre si perdono i lati minori che restano; e cosí, prima che si perda il tutto, si perdono le parti per essere minori del tutto, come l'uomo ch'è in tale aspetto perde prima le gambe, le braccia e la testa che il busto; dipoi perde prima gli estremi della lunghezza che della larghezza, e quando son fatti eguali, sarebbe quadro, se gli angoli vi restassero, ma non vi restando, è tondo.
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