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      933. Dell'orizzonte specchiato nell'acqua corrente.
     
     
     
      L'acqua che corre infra l'occhio e l'orizzonte non rifletterà ad esso occhio tale orizzonte, perché l'occhio non vede quel lato dell'onda il quale è veduto dall'orizzonte, né l'orizzonte vede quel lato dell'onda ch'è veduto dall'occhio. Adunque, per la sesta di questo è concluso il nostro proposito, la quale sesta dice, ch'è impossibile che l'occhio vegga il simulacro, dove non vede la cosa reale e l'occhio in un medesimo tempo.
      Sia l'onda cb, e l'occhio a, e l'orizzonte d; dico che l'occhio a, non vedendo i lati dell'onda bg, non vedrà ancora il simulacro del d che in tale lato si specchia.
     
     
      934. Dove l'orizzonte si specchia nell'onda.
     
     
     
      Si specchierà l'orizzonte, per la sesta di questo, nel lato veduto dall'orizzonte e dall'occhio, come si dimostra l'orizzonte f veduto dal lato dell'onda bc, il qual lato è ancora veduto dall'occhio.
      Adunque tu, pittore, ch'hai a figurare la inondazione dell'acqua, ricordati che da te non sarà veduto il colore dell'acqua essere altrimenti chiaro o scuro, che si sia la chiarezza o l'oscurità del sito dove tu sei, insieme misto col colore delle altre cose che sono dopo te.
     
     
      935. Perché l'aria grossa vicina all'orizzonte si fa rossa.
     
      Si fa l'aria rossa cosí all'orizzonte orientale come all'occidentale, essendo grossa, e questo rossore si genera infra l'occhio ed il sole. Ma il rossore dell'arco celeste si genera stando l'occhio infra la pioggia ed il sole; e la causa dell'uno è il sole e l'umidità dell'aria; ma del rossore dell'arco sono causa il sole, la pioggia e l'occhio che il vede.


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Trattato della Pittura
di Leonardo da Vinci
pagine 416