APPENDICE 307
NOVELLA: SENOFONTE E NICCOLÒ MACHIAVELLO 308
DIALOGO: ... FILOSOFO GRECO, MURCO SENATORE ROMANO, POPOLO ROMANO, CONGIURATI 318
DIALOGO TRA DUE BESTIEP. E. UN CAVALLO E UN TORO 322
DIALOGO DI UN CAVALLO E UN BUE 325
DIALOGO GALANTUOMO E MONDO 335
COMPARAZIONE DELLE SENTENZE DIBRUTO MINORE E DI TEOFRASTO
VICINI A MORTE 351
DIALOGO DI UN LETTORE DI UMANITÀ E DI SALLUSTIO 363
SOMMARIO 366
STORIA DEL GENERE UMANO
Narrasi che tutti gli uomini che da principio popolarono la terra, fossero creati per ogni dove a un medesimo tempo, e tutti bambini, e fossero nutricati dalle api, dalle capre e dalle colombe nel modo che i poeti favoleggiarono dell'educazione di Giove. E che la terra fosse molto più piccola che ora non è, quasi tutti i paesi piani, il cielo senza stelle, non fosse creato il mare, e apparisse nel mondo molto minore varietà e magnificenza che oggi non vi si scuopre. Ma nondimeno gli uomini compiacendosi insaziabilmente di riguardare e di considerare il cielo e la terra, maravigliandosene sopra modo e riputando l'uno e l'altra bellissimi e, non che vasti, ma infiniti, così di grandezza come di maestà e di leggiadria; pascendosi oltre a ciò di lietissime speranze, e traendo da ciascun sentimento della loro vita incredibili diletti, crescevano con molto contento, e con poco meno che opinione di felicità. Così consumata dolcissimamente la fanciullezza e la prima adolescenza, e venuti in età più ferma, incominciarono a provare alcuna mutazione. Perciocché le speranze, che eglino fino a quel tempo erano andati rimettendo di giorno in giorno, non si riducendo ancora ad effetto, parve loro che meritassero poca fede; e contentarsi di quello che presentemente godessero, senza promettersi verun accrescimento di bene, non pareva loro di potere, massimamente che l'aspetto delle cose naturali e ciascuna parte della vita giornaliera, o per l'assuefazione o per essere diminuita nei loro animi quella prima vivacità, non riusciva loro di gran lungo così dilettevole e grata come a principio.
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Giove
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