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      Folletto. Ma ora che ei sono tutti spariti, la terra non sente che le manchi nulla, e i fiumi non sono stanchi di correre, e il mare, ancorché non abbia più da servire alla navigazione e al traffico, non si vede che si rasciughi.
      Gnomo. E le stelle e i pianeti non mancano di nascere e di tramontare, e non hanno preso le gramaglie.
      Folletto. E il sole non s'ha intonacato il viso di ruggine; come fece, secondo Virgilio, per la morte di Cesare: della quale io credo ch'ei si pigliasse tanto affanno quanto ne pigliò la statua di Pompeo.
      DIALOGO DI MALAMBRUNO E FARFARELLOMalambruno. Spiriti d'abisso, Farfarello, Ciriatto, Baconero, Astarotte, Alichino, e comunque siete chiamati; io vi scongiuro nel nome di Belzebù, e vi comando per la virtù dell'arte mia, che può sgangherare la luna, e inchiodare il sole a mezzo il cielo: venga uno di voi con libero comando del vostro principe e piena potestà di usare tutte le forze dell'inferno in mio servigio.
      Farfarello. Eccomi.
      Malambruno. Chi sei?
      Farfarello. Farfarello, a' tuoi comandi.
      Malambruno. Rechi il mandato di Belzebù?
      Farfarello. Sì recolo; e posso fare in tuo servigio tutto quello che potrebbe il Re proprio, e più che non potrebbero tutte l'altre creature insieme.
      Malambruno. Sta bene. Tu m'hai da contentare d'un desiderio.
      Farfarello. Sarai servito. Che vuoi? nobiltà maggiore di quella degli Atridi?
      Malambruno. No.
      Farfarello. Più ricchezze di quelle che si troveranno nella città di Manoa(1) quando sarà scoperta?
      Malambruno. No.
      Farfarello. Un impero grande come quello che dicono che Carlo quinto si sognasse una notte?


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Operette morali
di Giacomo Leopardi
pagine 308

   





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