I migliori tempi da tentar di ridurre alcuno a operar di presente, o a risolversi di operare, in altrui beneficio, sono quelli di qualche allegrezza placida e moderata, non istraordinaria, non viva; o pure, ed anco maggiormente, quelli di una cotal gioia, che, quantunque viva, non ha soggetto alcuno determinato, ma nasce da pensieri vaghi, e consiste in una tranquilla agitazione dello spirito. Nel quale stato, gli uomini sono più disposti alla compassione che mai, più facili a chi li prega, e talvolta abbracciano volentieri l'occasione di gratificare gli altri, e di volgere quel movimento confuso e quel piacevole impeto de' loro pensieri, in qualche azione lodevole.
Negava similmente che l'infelice, narrando o come che sia dimostrando i suoi mali, riporti per l'ordinario maggior compassione e maggior cura da quelli che hanno con lui maggiore conformità di travagli. Anzi questi in udire le tue querele, o intendere la tua condizione in qualunque modo, non attendono ad altro, che ad anteporre seco stessi, come più gravi, i loro a' tuoi mali: e spesso accade che, quando più ti pensi che sieno commossi sopra il tuo stato, quelli t'interrompono narrandoti la sorte loro, e sforzandosi di persuaderti che ella sia meno tollerabile della tua. E diceva che in tali casi avviene ordinariamente quello che nella Iliade si legge di Achille, quando Priamo supplichevole e piangente gli è prostrato ai piedi: il quale finito che ha quel suo lamento miserabile, Achille si pone a piangere seco, non già dei mali di quello, ma delle sventure proprie, e per la ricordanza del padre, e dell'amico ucciso.
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