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      Laonde, in quanto ai costumi, parlando della vecchiezza a comparazione delle altre età, si può dire che ella fosse nei primi tempi, come è al buono il migliore; nei corrotti, come al cattivo il pessimo; nei seguenti e peggiori, al contrario.
      CAPITOLO QUINTORagionava spesso di quella qualità di amor proprio che oggi è detta egoismo, porgendosegli, credo io, frequentemente l'occasione di entrarne in parole. Nella qual materia narrerò qualcuna delle sue sentenze. Diceva che oggidì, qualora ti è lodato alcuno, o vituperato, di probità o del contrario, da persona che abbia avuto a fare seco, o che di presente abbia; tu non ricevi di quel tale altra contezza, se non che questa persona che lo biasima o loda, è bene o male soddisfatta di lui: bene, se lo rappresenta per buono; male, se per malvagio.
      Negava che alcuno a questi tempi possa amare senza rivale; e dimandato del perché, rispondeva: perché certo l'amato o l'amata è rivale ardentissimo dell'amante.
      Facciamo caso, diceva, che tu richiegga di un piacere una qualsivoglia persona; della qual dimanda non ti si possa soddisfare senza incorrere nell'odio o nella mala volontà di un terzo; e questo terzo, tu e la persona richiesta, supponghiamo che in istato e in potere, siete tutti e tre uguali, poco più o meno. Io dico che verisimilmente la tua dimanda non ti verrà conseguita per nessun modo; posto eziandio che il gratificartene avesse dovuto obbligarti grandemente al gratificatore, e fargli anche più benevolo te, che inimico quel terzo.


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Operette morali
di Giacomo Leopardi
pagine 308