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      Io vorrei che mi dichiaraste precisamente, se vi pare che quello che io credo e dico intorno all'infelicità degli uomini, sia vero o falso.
      Timandro. Voi riponete mano alla vostra solita arme; e quando io vi confessi che quello che dite è vero, pensate vincere la questione. Ora io vi rispondo, che non ogni verità è da predicare a tutti, né in ogni tempo.
      Eleandro. Di grazia, soddisfatemi anche di un'altra domanda. Queste verità che io dico e non predico, sono nella filosofia, verità principali, o pure accessorie?
      Timandro. Io, quanto a me, credo che sieno la sostanza di tutta la filosofia.
      Eleandro. Dunque s'ingannano grandemente quelli che dicono e predicano che la perfezione dell'uomo consiste nella conoscenza del vero, e tutti i suoi mali provengono dalle opinioni false e dalla ignoranza, e che il genere umano allora finalmente sarà felice, quando ciascuno o i più degli uomini conosceranno il vero e a norma di quello solo comporranno e governeranno la loro vita. E queste cose le dicono poco meno che tutti i filosofi antichi e moderni. Ecco che a giudizio vostro, quelle verità che sono la sostanza di tutta la filosofia, si debbono occultare alla maggior parte degli uomini; e credo che facilmente consentireste che debbano essere ignorate o dimenticate da tutti: perché sapute, e ritenute nell'animo, non possono altro che nuocere. Il che è quanto dire che la filosofia si debba estirpare dal mondo. Io non ignoro che l'ultima conclusione che si ricava dalla filosofia vera e perfetta, si è, che non bisogna filosofare.


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Operette morali
di Giacomo Leopardi
pagine 308