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      Da secoli immemorabili non avevano altro che dire, oh che mondo, oh che mondo, e tutti, padri e figli, giovani e vecchi dicevano sempre la stessa cosa, e il mondo non migliorava mai. B. Come? non erano contenti di questo mondo? C. I primi uomini saranno stati, ma poi che non vivevano più come noi e come i loro antenati e come era naturale, si trovavano scontentissimi 1. perché sapevano troppe cose, e niente pareva loro bello 2. perché tutti erano birbanti, vale a dire che non moriva un uomo che non avesse fatto qualche male agli altri volontariamente ec. B. Dunque anche i topi e le mosche crederanno che il mondo sia fatto per loro. C. Io non so niente, ma se lo credono, son bestie pazze. Libertà naturale e innata delle bestie paragonata alla servitù delle nazioni umane.
      Al dialogo del cavallo e del bueSi può far derivare l'estinzione della specie umana dalla sua corruzione, effetto ben probabile anche in filosofia considerando l'indebolimento delle generazioni, e paragonando la durata della vita, e la statura, il vigore ec. degli uomini moderni con quello degli antichi. E così rispetto ai cangiamenti dell'animo e dello spirito, alle sventure derivatene, al mal essere politico, corporale, morale, spirituale che cagionano ec.
      Della degenerazione delle forze e della statura umana ec. insomma del corpo umano v. il capo v di Velleio, e quivi molte testimonianze nelle note Variorum.
      Omnis eorum juventus (Cauchorum, popoli della Germania), infinita numero, immensa corporibus etc. Velleio ii, 106, sect.


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Operette morali
di Giacomo Leopardi
pagine 308

   





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