Pagina (287/308)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      G. V. E. senza fallo dev'essere amica della ragione.
      M. Sì, ma di quella fredda freddissima, e dura durissima come il marmo. A questa sì le voglio bene, povera vecchia, debole quanto una pulce.
      G. È stata sempre così debole, o solamente dopo invecchiata?
      M. Sempre da quando nacque. Appena ha forza di dare il fiato. E non solamente è stata debole, ma ha snervato e snerva chiunque l'ha seguita o la segue. Fo che tenga una bottega dove una quantità di politici filosofi ec. ci stanno da garzoni, e lavorano il giorno e la notte a farmi il sorbetto e altre cose ghiacciate che mi piacciono sommamente e mi giovano moltissimo.
      G. V. E. non ama il caldo?
      M. Dio mi scampi dal caldo. Quand'era giovane andava alla bottega della natura dove stavano i poeti (ma quei poeti d'allora) e gli altri scrittori magnanimi, che tutti facevano all'amore con lei, perch'è stata sempre una bellissima ragazza. E questi mi davano certe bolliture e certi spiriti che mi mettevano il fuoco nelle ossa. Il fatto sta ch'io veniva nerboruto, svelto, leggero, asciutto come un tisico, non istava mai fermo, faticava e sudava come una bestia, sognava mille scempiaggini, e non credo che passassi due giornate nello stesso modo. Finalmente ho conosciuta la verità delle cose, e pigliato il vero partito. Non mi levo più da sedere, non vorrei muovere un dito per tutto l'oro della terra, non fo più niente, ma in vece penso tutto giorno, e trovo cento belle cose; e di tutte le mie giornate non c'è una che differisca dalla precedente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Operette morali
di Giacomo Leopardi
pagine 308

   





Dio