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      Allora bench'io guardassi e considerassi il mio cammino assai più di prima, siccome lo guardava di traverso, e in un modo pel quale io non era fatto, inciampava, cadeva, errava ad ogni passo. Così finalmente mi risolsi di mettermi a sedere, e non muovermi più ec. Sappi ch'io son fatto eunuco, sebbene ancora libidinoso. Questo dunque ti serva di regola per giudicare e far giusto concetto della natura delle cose umane e de' tuoi doveri nella società; e in ogni caso, in cui per essere novizio, dubiterai della maniera di contenerti o di pensare, appigliarti sempre al contrario di quello che ti parrebbe naturalmente. Come nel nostro proposito. Naturalmente andrebbe fatto come tu dici. Dunque va fatto il rovescio. Negli uomini non si trova più compassione, sicché non vale il confessare i propri difetti o svantaggi. Neanche si stimano più i pregi veri, se non se ne fa gran chiasso, sicché la modestia non può far altro che danno. E se chi li possiede non se ne mostra persuasissimo, è come se non gli avesse. La prima regola in questo particolare è di fornirsi di una buona dose di presunzione, e mostrare a tutti di tenersi per una gran cosa. Perché se gli altri da principio ne sono ributtati, a poco a poco ci si avvezzano, e cominciano a credere che tu abbi ragione. Ciascuno s'adopra a più potere che il vicino sia più basso di lui. Sicché il vicino bisogna che faccia altrettanto. Se è più basso da vero, non s'aspetti nessunissima discrezione quando voglia cedere e confessare che il fatto sta così. Anzi tanto più bisogna che s'adopri per pareggiarsi agli altri, e coprire il vero, e farsi stimare, e conseguire quello che non merita.


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Operette morali
di Giacomo Leopardi
pagine 308