7. At quibus id in angulo est, potest adhiberi curatio, cum eo ne (senza il tamen) ignotum sit esse difficilem. E c.16. quia et rumpi facilius motu ventris potest, et non aeque magnis inflammationibus pars ea (venter), exposita est. E c
.22. adurendus est tenuibus et acutis ferramentis quae ipsis venis infigantur, cum eo ne amplius quam has urant (senza il tamen) E c.27. circa il mezzo: Sub quibus perveniri ad sanitatem potest, cum eo tamen quod non (nota il quod non in vece del ne ch'è anche più conforme alla frase italiana) ignoremus, orto cancro saepe affici stomachum (l'ediz. di cui mi servo non ha la virgola dopo orto cancro quantunque abbondantissima nell'interpunzione). E lib.8. c.10. sect.7. ab init. Quibus periculis etiam magis id expositum quod juxta ipsos articulos ictum est. In somma tutta la struttura della prosa di Celso è tale che accostandosi infinitamente per la maniera il giro la costruzione la frase i modi e le parole alla italiana, dà a conoscere più che forse qualunque altra prosa latina dei buoni secoli, anche a chi non lo sapesse per altra parte, che la lingua italiana deriva dalla latina. Onde non dubito che questa prosa non si accostasse ancora e non fosse presa in grandissima parte quanto al modo, e anche in qualche parte rispetto alle parole, dal volgare di Roma, o latino.
Il Libellus de Arte dicendi pubblicato sotto il nome di Celso da Sisto a Popma in Colonia nel 1569 e ristampato come rarissimo dal Fabricio in fondo alla Bibl. Lat. Lo giudico un compendio o uno spoglio o un pezzo compendiato dell'opera di Celso sull'Eloquenza ch'era parte della grand'opera sulle arti di cui c'è rimasta la medicina.
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