Ora a forza di motti s'č renduto spirituale anche il ridicolo, assottigliato tanto che omai non č pių nč pur liquore ma un etere un vapore, e questo solo si stima ridicolo degno delle persone di buon gusto e di spirito e di vero buon tuono, e degno del bel mondo e della civile conversazione. Il ridicolo nelle antiche commedie nasceva anche molto dalle operazioni stesse ch'erano introdotti a fare i personaggi sulla scena, e quivi ancora era non piccola sorgente di sale, nella pura azione, come nelle Cerimonie del Maffei commedia piena di vero e antico ridicolo, quel salire di Orazio per la finestra a fine d'evitare i complimenti alle porte. Un'altra gran differenza tra il ridicolo antico e il moderno č che quello era preso da cose popolari o domestiche o almeno non della pių fina conversazione, la quale poi non esisteva allora per lo meno cosė raffinata; ma il moderno massime il francese versa principalmente intorno al pių squisito mondo, alle cose dei nobili pių raffinati alle vicende domestiche delle famiglie pių mondane ec. ec. (come anche proporzionatamente era il ridicolo d'Orazio) sicchč quello era un ridicolo che avea corpo, e come il filo d'un'arma che non sia troppo aguzzo, dura lungo tempo, dove quello come ha una punta sottilissima, (pių o meno, secondo i tempi e le nazioni) cosė anche in un batter d'occhio si logora e si consuma, e dal volgo poi non si sente, come il taglio del rasoio a prima giunta.
Un'altra prova dell'esser la nostra lingua italiana derivata dal volgare di Roma del buon tempo si trae dalle parole antichissime Latine poi andate in disuso presso gli scrittori, che ora si trovano nell'italiano, le quali č manifesto che con una successione continuata sono passate da quegli antichissimi tempi sino a noi, perchč nessuno certo l'č andato a pescare negli scrittori antichissimi latini perduti poi ancora prima del nascere della nostra lingua, come Lucilio Ennio Nevio ec.
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