Ed č cosa gią osservata che il vigor del corpo nuoce alle facoltą intellettuali, e favorisce le immaginative, e per lo contrario l'imbecillitą del corpo č favorevolissima al riflettere, (7. Giugno 1820.) e chi riflette non opera, e poco immagina, e le grandi illusioni non son fatte per lui.
[116]La superioritą della natura sulla ragione si dimostra anche in questo che non si fa mai cosa con calore che si faccia per ragione e non per passione, e la stessa religion cristiana che pare ed č alienissima dalla passione, tuttavia perchč l'umano si mescola in tutto, non č stata mai seguita e difesa con vero interesse se non quando ci erano portati da spirito di parte, da entusiasmo ec. Ed anche ora i divoti fanno come un corpo, e una classe la quale s'interessa per la religione solamente per ispirito di partito, e quindi le loro malignitą verso i non divoti o gl'irreligiosi, e l'astio ec. e le derisioni, tutte cose umane e passionate, e non divine nč ragionate nč fatte con posatezza e freddezza d'animo.
(7. Giugno 1820.)
Gli antichi supponevano che i morti non avessero altri pensieri che de' negozi di questa vita, e la rimembranza de' loro fatti gli occupasse continuamente, e s'attristassero o rallegrassero secondo che aveano goduto o patito quassł, in maniera che secondo essi, questo mondo era la patria degli uomini, e l'altra vita un esilio, al contrario de' cristiani.
(8. Giugno 1820.) V. p.253.
Dovunque si formano le scienze o le arti o qualunque disciplina, quivi se ne creano i vocaboli.
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