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      E questo pure senza operazione della volontà. Parimente s'io dentro la giornata aveva letto per un certo tempo del greco o latino o francese o italiano elegante ec. quando la mia memoria era più pronta, (perchè ora [185]che nello svegliarmi la trovo ottusissima, non mi accade così facilmente) mi risvegliava con varie frasi di quelle lingue in mente, e quasi parlando quelle lingue fra me, non ostante che nel sonno, nessuna idea me le avesse richiamate. Questo pure involontariamente. E così si può dire di cento altre idee d'ogni sorta, che al risvegliarti si presentano spontaneamente affatto.
      (24. Luglio 1820.)
     
      Qualunque cosa ci richiama l'idea dell'infinito è piacevole per questo, quando anche non per altro. Così un filareo un viale d'alberi di cui non arriviamo a scoprire il fine. Questo effetto è come quello della grandezza, ma tanto maggiore quanto questa è determinata, e quella si può considerare come una grandezza incircoscritta. Ci piacerà anche più quel viale quanto sarà più spazioso, più se sarà scoperto, arieggiato e illuminato, che se sarà chiuso al di sopra, o poco arieggiato, ed oscuro, almeno quando l'idea di una grandezza infinita che ci deve presentare deriva da quella grandezza che cade sotto i sensi, e non è opera totalmente dell'immaginazione, la quale come ho detto, si compiace alcune volte del circoscritto, e di non vedere più che tanto per potere immaginare ec.
      (25. Luglio 1820.)
     
      In ordine alle donne, diceva taluno, ho già perdute due virtù teologali, la fede e la speranza.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913