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      Laonde siccome prima egli non istimava se non le cose lontane, le quali, in quel modo in cui egli le concepiva, non erano reali, si può dire che il numero delle cose reali ch'egli stima vada sempre crescendo, se bene diminuisca la misura della stima assoluta, e il numero assoluto delle cose ch'egli stimava, perchè sono molte più quelle cose ch'egli pregiava lontane, e disprezza vicine, di quelle che da principio non curava, ed ora è necessitato a pregiare.
      (30. settembre 1820.)
     
      Si mise un paio di occhiali fatti della metà del meridiano co' due cerchi polari.
     
      Una casa pensile in aria sospesa con funi a una stella.
      (1 Ottobre 1820.)
     
      [257]Alle volte la vivacità (sia del viso, o dei movimenti, o delle azioni ec.), alle volte la languidezza e flemma è madre di grazia. E chi è preso più da quella, chi più da questa.
     
      Bisogna distinguere in fatto di belle arti, entusiasmo, immaginazione, calore ec. da invenzione massimamente di soggetti. La vista della bella natura desta entusiasmo. Se questo entusiasmo sopraggiunge ad uno che abbia già per le mani un soggetto, gli gioverà per la forza della esecuzione, ed anche per la invenzione ed originalità secondaria, cioè delle parti, dello stile, delle immagini, insomma di tutto ciò che spetta all'esecuzione. Ma difficilmente, o non mai, giova all'invenzione del soggetto. Perchè l'entusiasmo giovi a questo, bisogna che si aggiri appunto e sia cagionato dallo stesso soggetto, come l'entusiasmo di una passione. Ma l'entusiasmo astratto, vago, indefinito, che provano spesse volte gli uomini di genio, all'udire una musica, allo spettacolo della natura ec. non è favorevole in nessun modo all'invenzione del soggetto, anzi appena delle parti, perchè in quei momenti l'uomo è quasi fuor di se, si abbandona come ad una forza estranea che lo trasporta, non è capace di raccogliere nè di fissare le sue idee, tutto quello che vede, è infinito, indeterminato, sfuggevole, e così vario e copioso, che non ammette nè ordine, nè regola, nè [258]facoltà di annoverare, o disporre, o scegliere, o solamente di concepire in modo chiaro e completo, e molto meno di saisir un punto (vale a dire un soggetto) intorno al quale possa ridurre tutte le sensazioni e immaginazioni che prova, le quali non hanno nessun centro.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





Ottobre