La persona amata, dopo la sua morte, sussiste ancora tal qual'era e così amabile come prima, nella nostra immaginazione. Ma nell'altro caso, la persona amata si perdeaffatto, sottentra un'altra persona, e quella di prima, quella persona amabile e cara, non può più sussistere neanche per nessuna forza d'illusione, perchè la presenza della realtà, e di quella stessa persona trasformata per malattia cronica, pazzia, corruttela di costumi ec. ec. ci disinganna violentemente, e crudelmente: e la perdita dell'oggetto amato non è risarcita neppur dall'immaginazione. Anzi neanche dalla disperazione, o dal riposo sopra lo stesso eccesso del dolore, come nel caso di morte. Ma questa perdita è tale, che il pensiero e il sentimento non vi si può adagiar sopra in nessuna maniera. [480]Da ogni lato ella presenta acerbissime punte.
(8. Gen. 1821.)
Che il nostro pensare non sia altro che il pensare latino, perduto il significato proprio, e conservato il metaforico di ponderare col pensiero, come appunto il ponderare latino e italiano oggidì non ritiene se non la significazione traslata di considerare o meditare; e come gli antichi latini adoperassero veramente il loro pensare in maniera similissima alla presente italiana, vedilo in una nota dell'Heinsio a Velleio II. 129. sect.2. Consulta ancora il Forcellini, e l'Appendice.
Naturale nella maniera che noi ed i francesi lo sogliamo adoperare frequentemente: è naturale che questo succeda; il est bien naturel ec. si adoperava anche in latino, sebbene i Lessicografi non l'abbiano osservato (nè il Forcellini, nè l'Appendice). Asconio in Orat. contra L. Pison.
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Heinsio Velleio II Forcellini Appendice Lessicografi Forcellini Appendice Orat Pison
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