E osservate che questa esclamazione si pronunzia bene spesso anche [488]nella solitudine e senza nessuno uditore, quando l'uomo provi simili sensazioni in tal circostanza: e noi diciamo vedi e senti quando anche non c'è chi possa vedere o sentire, e cerchiamo così in tutti i modi di soddisfare illusoriamente una voglia che non può essere soddisfatta realmente. E sebben questo accade tanto più, quanto l'individuo tiene del primitivo, e tanto più frequentemente, quanto più spesso egli è suscettibile di maravigliarsi, o di provar sensazioni forti e vive; contuttociò è frequentissimo anche negli uomini più colti ec. e basterebbe fare attenzione per vedere quanto spesso ci avvenga nella giornata senza che noi ce ne accorgiamo. Ci avvenga, dico, o in solitudine e fra noi stessi, o in compagnia. Ed io non credo che vi sia uomo sì taciturno, e nemico del parlare, del conversare, e del communicarsi altrui, che provando una sensazione straordinariamente forte e viva, non sia costretto quasi suo malgrado, o senza riflessione, e senza avvedersene, a prorompere in simili esclamazioni, dinotanti il desiderio e l'intenzione di communicare e far parte altrui di ciò ch'egli prova.
(10 Gen. 1821.)
[489]Floro I. 8. Haec est prima aetas populi Romani et quasi infantia, quam habuit sub regibus septem, quadam fatorum industria. Tam variis ingenio, ut Reipublicae ratio et utilitas postulabat. Quel quadam fatorum industria a che ha relazione? All'avere avuto il popolo Romano una prima età ovvero un'infanzia?
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Gen Floro I Romani Reipublicae Romano
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