Negli uomini dunque non c'è nulla di simile, nè si può dedur nulla in proposito loro, dall'esempio delle api. Perchè le piccole (certo piccole in proporzione della disparità delle api), dico le piccole disparità o superiorità di forze, di statura, d'ingegno ec. che s'incontrano negli uomini, sono disparità o superiorità accidentali, e provenienti da cause subalterne; come sono inferiorità accidentali quelle che vengono da malattie, da cadute, disgrazie d'ogni genere ec. Sono dico accidentali queste o superiorità, o inferiorità, cioè non sono regolari, e non appartengono all'ordine primitivo, costante, invariabile, [589]essenzale della specie, come la disparità delle api. Che se queste tali superiorità dessero a chi le possiede, un diritto di comandare e di essere ubbidito, 1. dove molti le possedessero in ugual grado, o non si saprebbe a chi ubbirire, o tutti quei tali dovrebbero comandare, ed ecco svanita l'idea dell'unità: 2. dove non ci fosse disparità nessuna, il principato non sarebbe naturale, dove ci fosse, sarebbe naturale: 3. e di più siccome le disparità possono nascere accidentalmente in diversi tempi, perciò in una stessa società anzi generazione di uomini, oggi non sarebbe naturale il principato, domani sì: 4. il fanciullo futuro superiore di forze ec. siccome ancora non è tale, e forse non diverrà tale, se non per cause accidentalissime, e imprevedibili; così non avrebbe ancora nessun'ombra di quel diritto al comando, che avrà poi per natura: 5. questo diritto supposto naturale, non dovrebbe tuttavia durare se non quanto durasse la superiorità in quello o in quei tali; sicchè questi perdendo il vigore del corpo, o dell'ingegno, o dell'animo, la virtù, il coraggio ec. per malattie, per disgrazie, per circostanze, per cangiamento e corruzione di [590]opinioni, di costumi ec. per abuso fatto del corpo, o in ogni modo invecchiando, il che è inevitabile; perderebbero essenzialmente non solo in fatto ma in diritto quel comando, che si suppone avessero naturalmente e per se.
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