(27. Feb. 1821.)
Camillo Porzio, La congiura de' Baroni del Regno di Napoli contra il Re Ferdinando I. ediz. terza, cioč Lucca 1816. per Franc. Bertini, p.23. E vedeva ciascuno che indugiava pių l'occasione che il lor animo, ad offendersi, e che con ogni picciola scintilla di fuoco infra di loro si poteva eccitare grandissimo incendio. Che vuol dire, l'occasione indugiava ad offenderti? oltre che il lor animo era giā offeso, e gravissimamente, come viene dal dire. Leggi ad accendersi, lezione confermata ancora dal seguito del surriferito passo.
Ivi, p.24. Affermando il Re essergli stato rimesso da' suoi predecessori (il tributo alla Chiesa) [703]e che si doveva per il regno di Napoli e di Sicilia; ma che egli allora solo quello di Napoli possedeva. Rimesso potrebbe valer condonato, e predecessori riferirsi al Papa: potrebbe valer mandato, e predecessori riferirsi al Re. Senso sempre oscurissimo. Io leggerei: predecessori che e' o ch'e'. V. p.708. capoverso 2.
Ivi, p.37. Suavissima riputo e verissima la sentenza che c'insegna li costumi de' soggetti andar sempre dietro all'usanze de' dominatori. Leggi savissima.
(27. Feb. 1821.)
Non possiamo nč contare tutti gli sventurati, nč piangerne uno solo degnamente.
Allo sviluppo ed esercizio della immaginazione č necessaria la felicitā o abituale o presente e momentanea; del sentimento, la sventura. Esempio me stesso: e il mio passaggio dalla facoltā immaginativa, alla sensitiva, essendo quella in me presso ch'estinta.
(28. Feb. 1821.)
[704]L'uomo dev'esser libero e franco nel maneggiare la sua lingua, non come i plebei si contengono liberalmente e disinvoltamente nelle piazze, per non sapere stare decentemente e con garbo, ma come quegli ch'essendo esperto ed avvezzo al commercio civile, si diporta francamente e scioltamente nelle compagnie, per cagione di questa medesima esperienza e cognizione.
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