), l'inglese [806](mis ec. ec.) ec. Ed č tanta la necessitā de' composti che senza questi nessuna lingua sarebbe mai pervenuta a quello che si chiama o ricchezza, o coltura, o anche semplice potenza di discorrere di molte cose, o di alcune cose particolarmente e specificatamente. Perchč le radici converrebbe che fossero infinite per esprimere e tutte le cose occorrenti, e tutte le piccole gradazioni, e differenze e nuances e accidenti di una cosa, per ciascuna delle quali gradazioncelle si richiederebbe una diversa radice, altrimenti il discorso non sarā mai nč espressivo nč proprio, e neanche chiaro, anzi per lo pių equivoco, improprio, dubbio, oscuro, generico, indeterminato. Cosė appunto avviene alla lingua ebraica (la quale non par che si possa mettere fra le colte) perchč con bastanti radici e derivati, č priva di composti: o quasi priva: non avendo che fare i suoi suffissi ed affissi colla composizione, ma essendo come casi o inflessioni o accidenti o affezioni (????) de' nomi e de' verbi, o segnacasi ec. e non variando punto il significato essenziale, nč la sostanza della parola; come presso noi batterlo, uccidermi, dargli, andarvi, uscirne ec. che non si chiamano, nč sono composti nel nostro senso. Dal che segue ch'ella ed č soggetta alle dette difficoltā, e disordini; e resta poverissima; ed io dico che tale ci parrebbe eziandio quando anche in quella lingua esistessero altri libri, oltre la Bibbia, se perō questi libri mancassero parimente de' composti. Ci vorrebbero, ho detto, infinite radici.
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Bibbia
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