(25. Aprile 1821.)
Come non si dā mai l'atto nč il possesso del diletto, cosė neanche dell'utilitā, giacchč utile non č se non quello che conduce alla felicitā, la quale non č riposta in altro che nel piacere, con qualunque nome ei venga chiamato.
(25. Aprile 1821.)
Dal confronto delle poesie di Ossian, vere naturali e indigene dell'Inghilterra, colle poesie orientali, si puō dedurre (ironico) quanto sia naturale all'Inghilterra la sua presente poesia (come quella di Lord Byron) derivata in gran parte dall'oriente, come dice il riputatissimo giornale dell'Edinburgh Review in proposito del Lalla Roca di Tommaso Moore (Londra 1817.) intitolato Romanzo orientale. (Spettatore di Milano. 1. Giugno 1818. Parte Straniera. Quaderno 101. p.233. e puoi vederlo.)
Infatti le poesie d'Ossian sebben sublimi e calde, hanno perō quella sublimitā malinconica, e quel carattere triste e grave, e nel tempo stesso, semplice e bello, e quegli spiriti marziali ed eroici, che derivano naturalmente dal clima settentrionale. Non giā quella sublimitā eccessiva, quelle esagerazioni, quelle spaccamontate delle pazze fantasie orientali; nč quel sapore aromatico; nč quello splendore abbagliante, come dice il citato giornale, nč quel fasto, nč quella voluttā, nč quei profumi (sono espressioni dello stesso); nč quel colore vivo e sfacciato, ed ardente; nč quella estrema raffinatezza, e squisitezza strabocchevole in ogni genere e parte di letteratura e poesia; nč quella mollezza, quella effeminatezza, quel languore, quella delicatezza (per noi) eccessiva e nauseosa e vile e sibaritica, che deriva dai climi meridionali.
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