V. p.1029. E Macrobio, che si stima uno di questi pochissimi, si scusa se ec. (v. il Fabricio, B. Latina t.2. p.113. l.3. c.12. §.9. nota (a.)) e di lui dice Erasmo (in Ciceroniano) Graeculum latine balbutire credas. (Fabric. ivi) Cosa applicabilissima agli odierni francesi per lo pių balbettanti nelle altrui lingue, e massime nella nostra. E di Ammiano Marcellino, altro di questi pochissimi, e pių antico di Macrobio, dice il Salmasio (Praef. de Hellenistica p.39.) ec. V. il Fabricio l.c. p.99.nota(b) l.3. c.12
      [992]Ma del resto i greci di qualunque parte, ancorchč sudditi romani, ancorchč cittadini romani, ancorchč vissuti lungo tempo in Roma o in Italia, ancorchč scrivendo precisamente in Italia o in Roma, e in mezzo ai latini, ancorchč scrivendo ai romani tanto gelosi del predominio del loro linguaggio, come sė č veduto p.982-983. ancorchč nel tempo dell'assoluta padronanza, ed intiera estensione del dominio della nazione latina, ancorchč impiegati in cariche, in onori ec. al servizio de' Romani, e nella stessa Roma, ancorchč finalmente nominati con nomi e prenomi latini, scrissero sempre in greco, e non mai altrimenti che in greco. Cosė Polibio, familiare, compagno, e commilitone del minore Scipione; cosė Dionigi d'Alicarnasso, vissuto 22 anni in Roma; cosė Arriano prenominato Flavio (Fabric. B. G. 3.269. not. b.) fatto cittadino Romano, senatore, Console, caro all'imperatore Adriano, e mandato prefetto di provincia armata in Cappadocia; cosė Dione Grisostomo, cognominato Cocceiano dall'Imperatore Cocceio Nerva, vissuto gran tempo in Roma, e familiare del detto Imperatore e di Traiano; cosė l'altro Dione prenominato Cassio e cognominato parimente Cocceiano ec.; cosė Plutarco ec.; cosė Appiano ec. cosė Flegone, ec.; cosė Galeno prenominato Claudio ec.; cosė Erode Attico prenominato Tiberio Claudio, ec.; cosė Plotino ec.; (v. per ciascuno di questi il Fabricio) cosė quell'Archia poeta ec.