Comunemente pare che si supponga che s'interrompesse o affatto o quasi affatto l'uso volgare del latino in Italia, restandone solo l'uso civile, religioso e letterario, e che da quest'uso, e dal latino scritto ec. rinascesse poi di nuovo l'uso di una lingua volgare latina, o derivata dal latino, cioè dell'italiana; e così questa venga ad essere derivata dal latino scritto, sia per mezzo del provenzale che nascesse prima dell'italiano, o per qualunque altro mezzo.
Queste sono favole assurdissime e (oltre che non hanno alcun fondamento) contrarie alla natura delle cose.
Dovunque il latino non è stato in uso se non come lingua civile, religiosa, scritta, letteraria ec. le lingue nazionali e volgari sono rimaste; e in luogo che dal latino scritto ec. derivasse e nascesse in questi luoghi una lingua figlia della latina, la lingua volgare ha per lo contrario scacciata la latina anche dalla scrittura, e dall'uso letterario e civile. In Germania, [1034]in Inghilterra, in Polonia dove ne' secoli bassi si usava il latino (ed in Polonia anche dopo), ma non mai come lingua parlata, e solo come civile, religiosa, letteraria; non vi è nata dal latino nessuna lingua; restano le antiche lingue nazionali, restano le lingue volgari; o vogliamo dire, restano le lingue derivate dalle dette naturali e volgari, e la latina è sparita dall'uso civile e dal letterario. Lo stesso dirò della Grecia, dove il latino fu introdotto solamente come lingua del governo ec. v. p.982.983. Lo stesso pure dell'italiano, dello Spagnuolo, del Francese, i quali parimente scacciarono la stessa lingua lor madre, dall'uso civile, politico, letterario.
| |
Italia Germania Inghilterra Polonia Polonia Grecia Spagnuolo Francese
|