Ma chi, quantunque sapendo e pensando poco, tuttavia ragiona, o si picca di ragionare, non vedendo come una cosa possa essere, e sapendo che quello che non può essere, non è, non la crede; e questo non in sola apparenza, o per orgoglio, affettazione di spirito ec. ma bene spesso in buona coscienza, e naturalmente.
(17. Maggio 1821.)
[1056]Alla p.1038. La lingua latina prima del detto tempo, ebbe anzi alcuni scrittori veramente insigni, e come scrittori di letteratura, e come scrittori di lingua; alcuni eziandio che nel loro genere furono così perfetti che la letteratura romana non ebbe poi nessun altro da vincerli. Lasciando gli Oratori nominati da Cicerone e principalmente i Gracchi (o C. Gracco), lasciando tanti altri scrittori perduti, come alcuni comici elegantissimi, basterà nominar Plauto e Terenzio che ancora ammiriamo, l'uno non mai superato in seguito da nessun latino nella forza comica, l'altro parimente non mai agguagliato nella più pura e perfetta e nativa eleganza. E certo (se non erro) la Comedia latina dopo Cicerone e al suo stesso tempo, andò piuttosto indietro, di quello che oltrepassasse il grado di perfezione a cui era stata portata da' suoi antenati. E pure chi mette la perfezione della lingua latina, o la sua formazione ec. piuttosto nel secolo di Terenzio, che in quello di Cicerone e di Virgilio? E Lucrezio un secolo dopo Terenzio, si lagnava, com'è noto, della povertà della lingua latina.
Quanto più dunque dovrà valere il mio argomento per gli scrittori del 300. De' quali eccetto 3. soli, nessuno appartiene alla letteratura.
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