Converrebbe che si servisse di un'altra maniera materialissima, come porre da parte prima una pecora ed un sasso, indi un'altra pecora e un altro sasso, e così di mano sino all'ultima pecora, e sino all'ultimo sasso. V. p.2186. principio.
Certo è che l'invenzione dei nomi numerali fu delle più difficili, e l'una delle ultime invenzioni de' primi trovatori del linguaggio. L'idea di quantità, non solo assoluta e indeterminata (anzi questa è meno difficile, essendo materiale e sensibile l'idea del più e del meno, e quindi della quantità indeterminata), ma anche determinata, anche relativa a cose materialissime, considerandola bene, è quasi totalmente astratta e metafisica. Quando noi vediamo le cinque dita della mano, ne concepiamo subito il numero, [1074]perchè l'idea del numero è collegata nella mente nostra mediante l'abito, e l'uso della favella, coll'idea che ci suscita il vedere una quantità d'individui facili a contare, o di cui già sappiamo il numero. E l'idea di contare vien dietro alla detta vista, per la detta ragione. Non così l'uomo privo de' nomi numerali. Egli vede quelle cinque dita come tante unità, che non hanno fra loro alcuna relazione o attinenza numerica (come in fatti non l'hanno per se stesse), componenti una quantità indefinita (della quale non concepisce se non se un'idea confusa, com'è naturale trattandosi d'indefinito) e non gli si affaccia neppure al pensiero l'idea di poterla determinare, o di contare quelle dita. Meno metafisica è l'idea dell'ordine.
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