E non so se possa qui aver niente che fare il nostro cappare (volgarmente capare), che significa pigliare a scelta, e deriva da capo, quasi scegliere capo per capo, cioè cosa per cosa, o scegliere un capo, ossia una cosa, fra altri capi o cose. E così capere da principio avrebbe voluto dire pigliare pel capo, o pigliare un capo cioè una cosa, nominando la parte principale pel tutto, o prendendo la metafora dall'essere il capo la parte principale dell'uomo: onde i latini, (ed anche oggi gl'italiani testa, e i francesi tant par tête, cioè tant par chaque personne. Alberti) dicevano caput per uomo, o persona, o individuo umano. V. ancora il §.6.7 e 10. della Crusca, voce Capo, e i vocabolari francese e spagnuolo ec. V. chef etc. e il lat. caput nelle significazioni di detti §§. della Crusca, e così anche i Lessici greci. V. p.1691.
La radice monosillaba dell'antico specere o spicere si troverebbe similmente ne' composti auspex, haruspex, cioè spex o spax. Così di iungere in coniux o coniunx, cioè iux o iunx ec. V. p.1166. fine. 2367. principio.
E così si scoprirebbe come da pochi monosillabi radicali, o tutti nomi, o quasi tutti, che formavano da principio tutto il linguaggio, allungandoli diversamente, e differenziandoli con variazioni di significato, e con innumerabili inflessioni, composizioni, modificazioni di ogni sorta, giungessero i latini a cavare infinite parole, infinite significazioni, esprimerne le minime differenze delle cose che da principio si confondevano e accumulavano [1133]in ciascuna delle dette poche parole radicali, trarne tutto ciò che doveva servire tanto alla necessità quanto all'utilità ed alla bellezza e a tutti i pregi del discorso, e in somma da un piccolo vocabolario monosillabo (anzi nomenclatura) cavare tutta una lingua delle più ricche, varie, belle, e perfette che sieno state.
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