Così di conversari, adversari ec. Da versare o da transversus, participio di transvertere, deriva transversare, e da questo il traversare, l'attraversare, e l'intraversare italiano, il francese traverser, e lo spagnuolo travessar e atravessar. Ma il verbo transversare escluso dagli onori del Vocabolario sta relegato ne' Glossari, come in quello del Du Cange che l'interpreta transire, trajicere; e il Forcellini lo rigetta appiè del suo Vocabolario nello spurgo delle voci trovate senza autorità competente ne vecchi Dizionari latini, e lo spiega transverse ponere. Nè la recente Appendice al Forcellini lo toglie di quel posto o lo ricorda in veruna guisa. Ora ecco questa parola barbara in un gentilissimo poemetto o idillio del secolo di Augusto o del susseguente, dico in quel poemetto che s'intitola Moretum, (attribuito da alcuni a Virgilio, da altri ad un A. Settimio Sereno o Severo, poeta Falisco del tempo de' Vespasiani) ad imitazione del quale, (cosa finora, ch'io sappia, non osservata) il nostro Baldi scrisse il famoso Celeo, dove quasi traduce i primi versi del poemetto latino. Dice dunque l'autore d'esso poemetto
[1144]Contrahit admistos nunc fontes atque farinas:
TRANSVERSAT durata MANU, liquidoque coactosInterdum grumos spargit sale.
(v.45. seqq.)
Cioè vi passa e ripassa sopra colla mano, attraversa quella pasta già sodetta colla mano. Ecco dunque il verbo transversare, e le nostre parole ec. di origine antica, e latina pura.
Potrebbe darsi che transversare volesse dire a un dipresso versare, cioè rivolgere e dimenare fra le mani.
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