Ora io credo che questo significato non sia nè barbaro in italiano, nè moderno nel latino, ma antico ed usitato nel latino volgare, quantunque non ammesso nelle buone scritture.
Primieramente osservo che coarctare è continuativo di coercere, e coercere, come ognun sa, ha ne' buoni latini un significato metaforico (più comune forse del proprio) che somiglia molto a quello di forzare. Anzi alcuni gramatici gli danno anche questo significato, sebbene sopra autorità incompetente, cioè quella del libricciuolo De progenie Augusti attribuito a Messala Corvino, dove si legge: Superatos hostes Romae cohabitare COERCUIT, cioè costrinse. Il quale libretto sebbene dagli eruditi è creduto apocrifo, e dell'età mezzana, tuttavia non è forse d'autorità nè di tempo inferiore a molti e molti altri che sono pur citati nel Vocabolario latino. Laonde, se coercere [1146]significava forzare, o cosa somigliante, è naturalissimo che il suo continuativo coarctare avesse, almeno nel volgare latino, lo stesso o simile significato.
In secondo luogo osservo che la metafora dallo stringere al forzare è così naturale che si trova e nel latino stesso, e (lasciando le altre) in tutte le lingue che ne derivano. Quae tibi scripsi, primum, ut te non sine exemplo monerem: deinde ut in posterum ipse AD EANDEM TEMPERANTIAM ADSTRINGERER, cum me hac epistola quasi pignore obligavissem, dice Plinio minore (l.7. ep.1.). Che altro vuol dire se non costringersi, forzarsi, obbligarsi (com'egli poi spiega) alla temperanza? Altri usi di adstringere (e parimente di obstringere, constringere, e del semplice stringere latino) similissimi a quelli di forzare sono noti ai gramatici.
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