(6-8. Giu. 1821.). V. p.1155.
Alla p.1107. Quantunque il Forcellini chiama acceptare frequentativo di accipere, sed, aggiunge, eiusdem fere significationis. Ora la differenza della significazione la puņ sentire ne' detti esempi ogni buon orecchio, sostituendovi il verbo accipere. E quanto al frequentativo, osservi ciascuno che differenza passi dal ricevere annualmente una tale o tale entrata, ch'č azione continua rispettivamente alla natura del ricevere, al ricevere frequentemente; azione che non importa ordine, nč regola, nč determina il come, nč il quando nč con quali intervalli si riceva.
Ed a questo proposito porterņ un luogo di Plauto, dove Arpage venuto per pagare un debito [1149]del suo padrone, dice a Seudolo servo del creditore Tibi ego dem? Risponde Seudolo
Mihi hercle vero, qui res rationesque, heriBallionis curo, argentum adcepto, expenso, et cui debet,
dato. (Pseud. 2.2. v.31. seq.)
Ecco tre continuativi, e nella loro piena forza e proprietą: adceptare da adceptus di adcipere, expensare da expensus di expendere, e datare da datus di dare. Crediamo noi che Plauto abbia posti a caso questi tre verbi in fila, tutti d'una forma, in cambio de' loro positivi? Ma qui stanno e debbono stare i continuativi in luogo de' positivi, perchč questi esprimono una semplice azione, laddove qui s'aveva a significare il costume di far quelle tali azioni. Datare alcuni dicono ch'č lo stesso che dare. (Indice a Plauto). Vedete come s'ingannino, e sbaglino la proprietą dell'idioma latino. Il Forcellini lo chiama frequentativo di dare, e portando un passo di Plinio maggiore, Themison (medico) binas non amplius drachmas (di elelboro) datavit, spiega dare consuevit.
| |
Forcellini Plauto Arpage Seudolo Tibi Seudolo Pseud Plauto Indice Plauto Forcellini Plinio Themison
|