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      (11. Giugno 1821.). V. p.2079. e 2192. fine. e 2199. principio.
     
      [1155]Alla p.1148. Lo spagnuolo pintar, cioè dipingere derivato certo dal participio del verbo pingere, sembra che se non altro dinoti un antico participio pinctus, in vece di pictus, participio regolare e proprio di pingere, come tinctus di tingere, cinctus di cingere, planctus o planctum di plangere ec. (e v. p.1153. capoverso ult. donde raccoglierai che il primo e vero participio passivo di tali verbi era pingitus, tingitus ec.) e conservatosi, a quel che pare, nel volgare latino. (11. Giugno 1821.). Non diciamo noi pinto, dipinto ec.? Pitto solamente in poesia come il Rucellai nelle Api. I francesi peiNt ec.
     
      Alla p.1121. Così dubitare deriva da dubitus o dubitum o dubiatum (v. p.1154.) di un antico dubiare mentovato da Festo, e conservato nell'antico italiano. Questo però terminando in itare può anche, secondo il detto alla p.1113. essere un verbo tra frequentativo e diminuitivo, sul gusto di haesitare da haerere, che somiglia anche nel significato. V. p.1166. fine.
      (11 Giu. 1821.)
     
      Alla p.1117. Nostri soli continuativi sono i verbi venire e andare uniti a' gerundi de' verbi denotanti l'azione che vogliamo significare, come venir facendo, andar dicendo. I quali modi però hanno meno forza, e meno significazione della continuità, che non ne hanno propriamente i continuativi latini. E dimostrano una languida continuazione della cosa, un'azione più languida, e meno continua, ed anche interrotta; e di più un'azione meno perfetta.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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