I continuativi da' frequentativi non derivano mai. Quanto ai frequentativi da' continuativi, io non nego che talvolta non possano essere derivati dai participi o supini di questi ultimi, cangiata l'a di detti participii o supini, in i, secondo quello che abbiamo stabilito p.1154. Nel qual caso i verbi continuativi venivano a diventar positivi relativamente al frequentativo che se ne formava. P.e. saltitare può forse anche venire da saltatus di saltare, cambiata l'a in i, ed essere frequentativo o diminutivo non di salire, ma di saltare, cioè ballare. Infatti esso non vale saltellare, ma ballonzare o ballonzolare. Questo però, posto che talvolta avvenga, avviene di rado, e la massima parte de' frequentativi derivano immediatamente da' positivi, e sono affatto indipendenti da' continuativi degli stessi verbi, o abbiano questi, o non abbiano continuativi. Ed è curioso che il Forcellini bene spesso chiama p.e. cursare frequentativo di currere, e cursitare che cosa? frequentativo di cursare. V. p.2011.
(21. Giugno 1821.)
[1202]Alla p.767. Le parole che per se stesse sono meri suoni, e così le lingue intere, in tanto sono segni delle idee, e servono alla loro significazione, in quanto gli uomini convengono scambievolmente di applicarle a tale e tale idea, e riconoscerle per segni di essa. Ora il principal mezzo di questa convenzione umana, in una società alquanto formata, si è la scrittura. Le lingue che o mancano o scarseggiano di questo mezzo di convenzione per intendersi, e spiegarsi distintamente, ed esprimere tutte le cose esattamente, restano sempre o affatto impotenti, o poverissime, e debolissime; e così accade a tutte le lingue finchè non sono estesamente applicate alla scrittura.
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Forcellini
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