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      È impossibile allo straniero il sentirvi armonia nè diletto, senza una di queste condizioni 1. lungo uso di quella lingua; ma non basta, anzi è nullo quest'uso, se non vi si aggiunge il lungo uso di quella poesia. 2. somiglianza o affinità di quei metri co' metri della propria nazione; come fra quelli degl'italiani e degli spagnuoli. La difficoltà del sentire l'armonia de' versi stranieri è maggiore o minore in proporzione ch'ella è più o meno diversa dall'armonia de' nostrali, o da quella o quelle a cui siamo avvezzi. 3. abito fatto ad altre armonie forestiere affini a quella di cui si tratta. 4. orecchio esercitato a tante e sì diverse armonie, che mediante una forza riflessiva, osservativa, e comparativa straordinariamente accresciuta, sia in grado di avvertire e conoscere o subito o ben presto la natura di quelle combinazioni forestiere, gli elementi di quell'armonia, e il ritorno de' loro regolati rapporti rispettivi; sia in grado di assuefar presto l'orecchio, ed abbia una facilità di contrarre abitudine, ch'è propria degli animi e degl'ingegni pieghevoli e adattabili, cioè in somma de' grandi ingegni; ec. ec. e possa in poco tempo arrivare a [1211]scoprire e discernere in detta armonia quello che i nazionali ci scuoprono.
      È impossibile al nazionale avvezzo, e formato l'orecchio all'armonia de' suoi metri, per quanto sia chiamata barbara, dura, dissonante ec. dagli stranieri, il non sentirla meglio, e il non trovarla più dilettevole di qualunque altra armonia forestiera, ancorchè giudicata bellissima ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913