Fuorchè formando (che è difficilissimo e forse non accade mai) un'assuefazione nuova che vinca la passata.
Chi di noi sente l'armonia de' versi orientali, o delle strofe loro? Non parlo de' versi tedeschi o inglesi, o della prosa tedesca misurata ec. in ordine agl'italiani. I quali molto più presto e facilmente riconoscono un'armonia ne' versi francesi, perchè lingua ed armonia più affine alla loro.
Si pretende, ed è probabilissimo che parecchi libri scritturali sieno metrici. Ma in quali metri sieno composti nessuno l'ha trovato, benchè molti l'abbiano cercato. E non si potrà mai trovare se non a caso, non essendoci regola che c'insegni qual fosse quella che agli Ebrei pareva armonia rispetto alle parole. E ciò per qual altra ragione, se non perchè non esiste armonia assoluta? Se esistesse, la regola sarebbe trovata, massime esistendo tutte intere e ordinate quelle parole, che si pretendono aver formato un'armonia. [1212]
(23. Giugno 1821.). V. p.1233. fine.
Alla p.1155. Alle volte, anzi bene spesso dinotano l'appoco appoco, il corso il progresso dell'azione, per lo più lento, anzi hanno forza bene spesso di esprimere appunto la lentezza dell'azione, e non si usano ad altro fine. Ovvero esprimono formalmente la debolezza dell'azione, ed hanno come una forza diminutiva uguale o simile a quella de' verbi latini terminati in itare. Hanno simili modi anche gli spagnuoli e francesi, e gli adoprano in simili significati.
(24. Giugno 1821.). V. p.1233. capoverso 2.
Non è ella cosa notissima, comunissima, frequentissima, e certa per la esperienza quasi di ciascuno, che certe persone che da principio, o vedendole a prima giunta, ci paion brutte, appoco appoco, assuefacendoci a vederle, e scemandosi coll'assuefazione il senso de' loro difetti esteriori, ci vengono parendo meno brutte, più sopportabili, più piacevoli, e finalmente bene spesso anche belle, e bellissime?
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Ebrei
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