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      (30. Giugno 1821.).
     
      Altre cagioni di fatto della ricchezza e varietà della lingua italiana, oltre la copia degli scrittori, come ho detto altrove sono
      1. Il non aver noi mai rinunziato alle nostre [1244]ricchezze di quantunque antico possesso, a differenza della lingua francese, a cui non gioverebbe neppure l'avere avuta altrettanta copia di scrittori e di secoli letterati, quanti noi. Neppure alla varietà, ed anche a quella ricchezza che serve precisamente all'esatta espressione delle cose, gioverebbe alla lingua francese l'avere avuto in questi due secoli dopo la sua rigenerazione, tanti e più scrittori quanti noi in cinque secoli. Non le gioverebbe dico, quanto giova alla nostra lingua la moltitudine dei secoli, e quindi la maggior varietà degli scrittori, delle opinioni, de' gusti, degli stili, delle materie da loro trattate; varietà che non si può trovare nello stesso grado in due secoli soli, benchè fossero più copiosi di scrittori, che questi 5. insieme: e varietà che serve infinitamente alla ricchezza di una lingua, ed alla esattezza e minutezza del suo poter esprimere, giacch'è stata applicata ad esprimere tanto più diverse cose, da tanto più diversi ingegni, e più diversamente disposti; e in tanto più diversi modi. Neppure la lingua tedesca ha rinunziato alle sue antiche ricchezze e possedimenti, come si vede nel Verter, abbondante di studiati e begli ed espressivi arcaismi.
      [1245]2. La gran vivacità, immaginosità, fecondità, e varietà degl'ingegni degli scrittori nostri, qualità proprie della nazione adattabile a ogni sorta di assunti, e di caratteri, e d'imprese, e di fini.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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