Pagina (1031/1913)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Cosė non si trova piacere, nč facilitā, nella semplice lettura, anche in nostra lingua, quando si legge con troppo studio ec.
      (1-2. Luglio 1821.)
     
      A quello che ho detto altrove della impossibilitā di formarsi idea veruna al di lā della materia, e del nome materiale imposto allo stesso spirito e all'anima, aggiungete che noi non possiamo concepire verun affetto dell'animo nostro se non sotto forme o simiglianze materiali, nč dargli ad intendere se non per via di traslati presi dalla materia (sebbene alle volte abbiano perduto col tempo il significato proprio e primitivo per ritenere il metaforico), come infiammare, confortare, muovere, toccare, inasprire, addolcire, intenerire, addolorare, innalzar l'animo ec. ec. Nč solo gli affetti ma gli accidenti tutti o siano prodotti da cose interiori, o dall'azione immediata degli oggetti esteriori, come costringere, ed altri de' sopraddetti ec.
      (2. Luglio 1821.). V. p.1388. princip.
     
      Passano anni interi senza che noi proviamo un piacer vivo, anzi una sensazione pur momentanea di piacere. Il fanciullo non passa giorno che non ne provi. Qual č la cagione? La scienza in noi, in lui l'ignoranza. Vero č che cosė viceversa accade del dolore.
      (2. Luglio 1821.)
      [1263]Alla p.1207. marg. Queste differenze s'incontrano a ogni passo dentro una medesima nazione, secondo i dialetti ec. Ed osserviamo ancora come l'assuefazione e l'uso ci renda naturale, bella ec. una parola che se č nuova, o da noi non mai intesa ci parrā bruttissima deforme, sconveniente in se stessa e riguardo alla lingua, mostruosa, durissima, asprissima e barbara.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913