Così dico dell'eccesso delle Toscanerie popolari nelle scritture, che a noi riesce affettato, ec. ec.
Ma anche questo giudizio è soggetto a variare, e quella stessa pronunzia o dialetto ec. che riusciva insopportabile a quella tal persona, coll'assuefarvisi ec. arriverà a parergli anche graziosa. Così dico d'ogni altro genere, e l'esperienza n'è frequente.
Da tutto ciò si deduce ancora che siccome il senso e l'idea della convenienza, regola, e bellezza è relativa, così quella della grazia che risulta dall'idea di ciò ch'è straordinario, irregolare ec. nel conveniente e nel bello ec., è interamente relativa. Sicchè il grazioso è relativo nè più nè meno, come il bello, dalla cui idea dipende ec.
Del resto quello straordinario o irregolare ec. che non appartiene, ed è al tutto fuori d'ogni sistema d'ordine, di regola, d'armonia di convenienza, cioè che non è nel bello, non è punto grazioso, nè spetta al discorso della grazia; come p.e. un animale straordinario, un fenomeno ec. ec.
(14. Luglio 1821.)
Molte cose si trovano, molte particolarità nelle forme umane (così dico del resto), che sono sul confine della grazia e della deformità, o del difettoso, [1327]e ad altri paiono graziose, ad altri paiono difetti, ad altri piacciono, ad altri formalmente dispiacciono, o anche arrivano a piacere e dispiacere alla stessa persona in diverse circostanze. La qualcosa conferma come il grazioso derivi dallo straordinario, cioè da quello ch'è fuor dell'ordine sino a un certo punto. Certo è che l'uomo o la donna può fare in modo, che, s'ella ha difetti anche notabili, anche gravi, quegli stessi le servano a farsi maggiormente amare, a rendersi piacevole e desiderata, e più delle altre, appunto nel mentre che si conosce la sua imperfezione.
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Toscanerie
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