Quindi egli non ha mai potuto esprimere immediatamente nessuna di tali idee con una parola affatto sua propria, e il fondamento e il tipo del cui significato non fosse in una cosa sensibile. Espresse poi, e stabilite e determinate queste simili idee mediante parole di tal natura, l'uomo gradatamente ha potuto elevarsi fino a concepire prima confusamente, poi chiaramente, poi esprimere e fissare con parole, altre idee prima un poco più lontane dal puro senso, poi alquanto più, e finalmente affatto metafisiche, e astratte. Ma tutte queste idee non le ha espresse se non che nel sopraddetto modo, cioè o con metafore ec. prese immediatamente dal sensibile, o con nuove modificazioni e applicazioni di quelle parole applicate già, come ho detto, a cose meno [1390]soggette ai sensi, facendosi scala da quelle applicazioni già fatte, ricevute e ben intese, ad altre più sottili, ed immateriali ec. Di maniera che i nomi anche modernissimi delle più sottili e rimote astrazioni, derivano originariamente da quelli delle cose affatto sensibili, e da nomi che nelle primitive lingue significavano tali cose. E la sorgente e radice universale di tutte le voci in qualsivoglia lingua, sono i puri nomi delle cose che cadono al tutto sotto i sensi.
È curioso l'osservare che il verbo sostantivo essere, sì necessario che senza esso non si può fare un discorso formato, ed esprimente un'idea sì universale, e appartenente a tutte le cose e le idee, nondimeno perch'ella è un'idea delle più astratte ed ultime (appunto a cagione della sua universalità, la quale dimostra ch'ella è idea elementare ec.
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