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      Che accade il noverare le tante barbare cioè snaturate usanze e opinioni intorno alla bellezza umana? Certo è però che tutti questi barbari, e i cinesi ec. trovano più bella una persona snaturatasi e rovinatasi in quei tali modi, che una persona bellissima e foggiata secondo natura. Anzi [1405]questa parrà loro anche deforme in quelle tali parti ec. Dunque essi provano il senso del bello, come noi nelle cose contrarie; dunque chi ha ragione de' due? perchè dunque si chiamano barbari simili gusti?
      Non perchè ripugnino assolutamente al bello, ch'essi vi sentono, come noi vi sentiamo il brutto; ma perchè ripugnano al naturale. Il bello è convenienza, il brutto sconvenienza. Ora è conveniente che le cose sieno quali son fatte, ed abbiano le qualità che loro son proprie: e se la tua natura è questa, tu devi esser così e non altrimenti. Quello dunque che ripugna alla natura, è sconveniente. Convenienza e sconvenienza, come ognun vede, relativa al modo di essere di ciascuna cosa.
      Ma il bello non risulta solo dalla convenienza stabilita dalla natura, anzi può non risultarne (ed ecco i gusti detti cattivi). Risulta perpetuamente e necessariamente ed unicamente dall'opinione dell'uomo prodotta dall'assuefazione, dall'inclinazione ec. Risulta, dico, [1406]dalla convenienza in quanto è giudicata tale dall'uomo (o dal vivente); e quindi bello non è, se non ciò che all'uomo par conveniente cioè bello. Così è. Fuori della opinione dell'uomo o del vivente non esiste nè bello, nè brutto, e tolto il vivente, sono tolte affatto dal mondo, non solo le idee, ma le qualità stesse di bello e brutto, (potendo però restare il buono e cattivo in quanto giovi o noccia agli altri esseri ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913